Cjase di Diu, cjase nestre

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Presentato nella sala Paolino d’Aquileia di Udine, il volume «Chiese prima e dopo il terremoto in Friuli. Cjase di Diu-Cjase nestre», che riunisce gli atti dei due convegni indetti dall’Arcidiocesi di Udine nel 2011 e nel 2012. La publicazione inaugura la collana «Percorsi per l’architettura e l’arte sacra in Friuli».

È stato presentato nella sala Paolino d’Aquileia di Udine, il volume «Chiese prima e dopo il terremoto in Friuli. Cjase di Diu-Cjase nestre», che riunisce gli atti dei due convegni indetti dall’Arcidiocesi di Udine nel 2011 e nel 2012. La publicazione inaugura la collana «Percorsi per l’architettura e l’arte sacra in Friuli».

Alla conferenza stampa sono intervenuti l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, mons. Sandro Piussi, direttore dell’Ufficio per i Beni culturali dell’Arcidiocesi, l’architetto Daniela Omenetto, co-curatrice degli Atti, Claudio Barberi, della direzione regionale per i Beni architettonici e paesaggistici del Friuli-Venezia Giulia, e Lionello D’Agostini, presidente della Fondazione Crup.

 

Dopo aver ricordato che «le chiese sono un elemento fondamentale della cultura e del panorama friulano. In Diocesi ce ne sono 1200», mons Mazzocato ha sottolineato l’importanza dell’opera di ricostruzione delle chiese del Friuli dopo il terrremoto, anche perché in quell’occasione «c’è stata una delle prime applicazioni delle norme del Concilio dal punto di vista architettonico».

 

Il presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini, nello spiegare le motivazioni del sostegno all’iniziativa, ha affermato che le chiese rappresentano «le radici del Friuli perché l’arte sacra è sempre stata riferimento artistico e religioso, ma anche sociale». Inoltre, «come le generazioni passate hanno fatto grandi sacrifici per edificare queste opere d’arte altrettanto siamo tenuti a fare noi ora, pur in questo momento di crisi economica».

 

Da parte sua, Barberi ha ricordato che il post terremoto ha rappresentato il primo importante intervento della Soprintendenza dopo la nascita del Ministero dei Beni culturali, che data al 1975.

 

Come ha spiegato mons. Piussi, il volume corona la lunga stagione della ricostruzione, terminata dopo trentasei anni. Esso propone per la prima volta l’edilizia ecclesiale nell’arcidiocesi, prima e dopo il sisma del 1976, e ne illustra la fisionomia e la qualità.

 

Completato nell’agosto 2009 il lungo ripristino della parrocchiale di Forgaria ed eretto il nuovo campanile di Majano nel maggio 2012, è giunta finalmente al termine la stagione della ricostruzione post terremoto. Le chiese distrutte furono 114, gravemente lesionate 234, lesionate 484; 41 campanili distrutti, 119 gravemente lesionati e 210 lesionati (oltre a 95 canoniche distrutte, 46 gravemente lesionate e 164 lesionate). Trentasei anni ci sono voluti. Un ingente patrimonio edilizio di chiese, campanili, chiesette votive, insieme con i paesi ricostruiti, ha rinnovato l’aspetto di grande parte del nostro territorio.

 

Di quella ricostruzione ora sono editati gli Atti. Vi si fa il punto di quanto e di come si è ricostruito, restaurato o lasciato allo stato di rudere. Il volume «Chiese prima e dopo il terremoto, Cjase di Diu cjase nestre» raccoglie in un dittico gli atti del 1° convegno «Architettura ecclesiale tra storia e attualità» e quelli del 2° convegno «Le chiese del 2000 – La ricostruzione in Friuli nella stagione postconciliare». I convegni furono tenuti rispettivamente nel 2011 e nel 2012 a cura dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi con l’architetto Giorgio Della Longa. L’edizione per la prima volta propone la nostra edilizia ecclesiale prima e dopo il sisma del 1976 e ne illustra la qualità.

 

Trattandosi di argomenti tra loro correlati, si è ritenuto opportuno riunire i contributi emersi dai due convegni, inserendo per completezza anche alcuni ulteriori approfondimenti su temi artistico-architettonici e liturgici.

 

Entrambi i convegni si sono proposti di riprendere le fila di quel singolare convegno ecclesiale «Cjase di Diu, cjase nestre», fortemente voluto nel 1979 da mons. Alfredo Battisti, che ha fornito per la ricostruzione indirizzi di metodo e di programma. Per questo gli Atti sono a lui dedicati, come pure agli architetti Claudio Pillinini e Leonardo Miani, componenti della Commissione d’Arte sacra e partecipi della ricostruzione. In copertina, un’immagine di speranza: uno sguardo rivolto verso l’alto nel dramma delle macerie della chiesa di Santa Maria della Purificazione a Tricesimo si compone con la nuova Santa Teresa del Bambin Gesù a Molins di Tarcento. Proprio in questa chiesa – al dire dell’architetto Della Longa – si coglie uno «svolgimento garbato, misurato del tema dello spazio sacro per una comunità».

 

Il volume è arricchito di un DVD di immagini sulla ricostruzione e il restauro. Per la prima volta è presentato l’insieme delle 57 chiese e campanili edificati a cura dell’Arcidiocesi, che ne ebbe la concessione. Viene, inoltre, proposta un’antologia dei più significativi interventi a cura della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia (chiese ricostruite, ripristinate, restaurate, come, in alcuni casi, lasciate allo stato di rudere) e di quelli realizzati dal lavoro di volontari  o di associazioni.
 
Articolo originale, tratto dal sito de “La Vita Cattolica”
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